Firmino
Sam Savage
Einaudi, 2008
Prezzo 14 €
Questo libro ha suscitato grandi entusiasmi tra i lettori di tutto il mondo e quindi, come sempre, alla curiosità di leggerlo per capirne il successo si è associata una certa diffidenza.
Appena ho iniziato Firmino, però, sono stata conquistata dallo stile utilizzato, davvero piacevole e scorrevole.
Il narratore è un ratto che racconta la storia della sua breve vita. Ciò che stupisce è il suo modo di parlare: forbito nell’esprimersi, anche quando riferisce concetti molto semplici, come possono essere i pensieri di un ratto.
Ma Firmino non è un animale qualunque: è l’ultimo di una nidiata di tredici cuccioli e per sopravvivere alla sopraffazione dei suoi fratelli, che non gli permettono di nutrirsi del latte materno, inizia a mangiare le pagine di un grosso libro.
In effetti, l’allegra famigliola ha la sua tana in una grossa libreria di Boston e, quando Firmino inizierà a esplorare il suo nascondiglio, assaggerà nuovi volumi fino a capire che oltre che nutrirlo nel corpo, quei libri costituiranno per lui un nutrimento spirituale, che gli permetteranno di evolversi e di distinguersi sempre più dai suoi simili, assomigliando invece, soprattutto nei sentimenti, agli esseri umani.
E come gli umani, Firmino ha le sue passioni, oltre che per la letteratura, anche per il cinema e le “bellezze” (donne che osserva sui manifesti in strada, nei vecchi film in bianco e nero e nel cinema a luci rosse del quartiere), e si infatua prima del libraio e dopo di uno scrittore stravagante.
Il nostro protagonista idealizza molto questi personaggi e rimane profondamente deluso e ferito quando il libraio proverà ad avvelenarlo, dopo essersi accorto della presenza di un ratto nella sua libreria. Firmino, infatti, si identifica totalmente con i tanti personaggi dei libri che ama e non ha un’idea di se stesso conforme al suo reale essere, finendo addirittura per odiare la sua immagine pelosa riflessa allo specchio.
L’atmosfera del racconto è malinconica e sembra di ascoltare una lunga melodia jazz: quasi ipnotizza con lo scorrere delle parole e delle frasi.
Fin qui i lati positivi del libro. Ed ora il lato negativo. Uno solo ma importantissimo: la storia non regge. Non so, ma si arriva alla fine della storia e ci si chiede: e quindi? Dove siamo andati a parare?
Non mi ha convinto. Buona idea, buono stile ma storia debole.
Per ascoltare le prime pagine del libro: http://www.radioalt.it/radioalt/spaziolibri.asp?id=1337
Sinceramente non capisco il perchè di tanto successo.
Una lettura mediocre, anzi deludente, ero indecisa se proseguirne la lettura. Io non lo consiglierei a nessuno.